Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/117

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bile ed onesto soccorso, pur che il mio onore illeso sia riserbato. Il giovane prima le rese le debite grazie: indi, venuto il chiaro giorno, nell’anello si fece; ed ella il pose là dove erano le sue care cose: e spesse volte l’andava a visitare, e con lui, che si riduceva in forma umana, dolcemente ragionava, Avenne che al Re, padre di Violante, sopraggiunse una grave infermità: nè si trovava medico che ’l potesse guarire, ma tutti dicevano l’infermità incurabile: e di dì in dì il Re peggiorava. Il che venne all’orecchie di Lattanzio; il quale, vestitosi da medico, andò al palazzo regale: ed entrato in camera del Re, l’addimandò della sua infermità: poscia, guardatolo ben nella faccia, e tóccogli il polso, disse: Sacra corona, l’infermità è grande e pericolosa: ma state di buon animo, che presto vi risanarete. Io ho una virtù, che vuol ben esser infermità gravissima, che non la curi in brevissimo tempo. State adunque di buona voglia, e non vi sgomentate. Disse il Re: Maestro mio, se voi curarete questa infermità, io vi guidardonerò di tal sorte, che per tutto il tempo della vita vostra contento vi troverete. Il medico disse che non voleva stato nè danari, ma una sola grazia. Il Re promise conciedergli ogni cosa che convenevole fosse. Disse il medico: Sacra corona, altro da voi non voglio, se non un robino legato in oro, che ora si trova in balìa della figliuola vostra. Il Re, intesa la picciola domanda, disse: Se altro da me non volete, state sicuro che la grazia vi sarà concessa. Il medico, diligente alla cura del Re, tanto operò, che in dieci giorni dalla gravosa infermità fu liberato. Risanato il Re e restituito alla pristina sanità, in presenza del medico fece il Re chiamare la figliuola; e comandòle che li portasse tutte le gioie che ella aveva. La figliuola, ubidiente al pa-