Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/167

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gliare insieme di filosofia; e sì fortemente argoivano i contadini bergamaschi, che i dottori firentini non sapevano quasi rispondere. Onde, tutti ammirativi, tra loro dicevano: Com’è possibile che questi uomini rozzi e dediti all’agricoltura e ad altri rusticani essercizij, sieno ben instrutti delle scienzie umane? Partitisi, cavalcarono verso un’ostaria non molto distante dalla città; la quale era accomodata assai. Ma prima che aggiungessero all’albergo, s’appresentò un fante di stalla; e invitandogli al suo ospizio, disse: Domini, libetne vobis hospitari? hic enim vobis erit bonum hospitium. E perchè i firentini eran già lassi per lo lungo cammino, scesero giù di suoi cavalli; e mentre volevano salire su per le scale per riposarsi, il patrone dell’albergo si fece in contro, e disse: Excellentissimi domini, placetne vobis ut praeparetur coena? Hic enim sunt bona vina, ova recentia, carnes, volatilia et alla huiusmodi. Stavano i firentini tutti sospesi, nè sapevano che dire: per ciò che tutti quelli con quai ragionavano, latinamente parlavano, e non altrimenti che se tutto il tempo della vita loro fussero stati in studio. Non stette molto tempo, che venne una fanticella: la qual in verità era monaca, donna molto saputa e dottrinata, e a tal effetto astutamente condotta; e disse: Indigentne dominationes vestrae re aliqua? Placet, ut sternantur lectuli, ut requiem capiatis? Queste parole della fante resero maggior stupore a’ firentini; e si misero a ragionar con esso lei. La quale, poscia che ebbe parlato di molte cose, tuttavia latinamente, entrò nella teologia; e tanto catolicamente parlò, che non vi fu veruno che non la comendasse molto. Mentre la fanticella ragionava, venne un vestito da fornaio, tutto di carboni tinto; e intesa la disputazione che facevano con la fantesca, s’inter-