dendo, il pretore senza indugio il fece spogliare, e metterlo alla tortura in presenza del padre. Rosolino, veduto ch’ebbe il figliuolo preso e legato al tormento, rimase attonito, e molto si contristò. Il pretore, tuttavia assistente Rosolino, ordinò che Bargetto fosse levato in alto, e cominciollo di molte cose interrogare; ed egli, che era innocente, diceva nulla sapere. Il pretore, mostrandosi d’ira acceso, disse: Io tel farò ben sapere; e ordinò che fusse tirato in alto. Il meschinello, che sentiva grandissimo dolore e passione, fortemente gridava: Misericordia, signor pretore, misericordia, chè io sono innocente nè mai commessi tai delitti! Il vicario, sentendolo dolersi e piagnere, diceva: Confessa, non ti lasciar guastare; perciò che noi sappiamo di punto in punto il tutto, ma lo vogliamo sapere dalla tua bocca. Bargetto respondeva non saper quello che ’l giudice dicesse, nè esser vero ciò che gli improperava. Il giudice, che aveva il maestro dalla corda ammaestrato, gli fece cenno che lo lasciasse venir giù da alto a basso senza pietà e remissione alcuna. Bargetto, udendo le parole del giudice, e sentendo nelle braccia grandissima passione, e considerando di non poterla sofferire, dispose di confessare quello che non aveva fatto, e disse: Signori, lasciatemi giù, che ’l tutto chiaramente vi dirò. Lasciata leggiermente venir giù la fune e appresentatosi Bargetto al conspetto del pretore e della corte, affermò in presenza del padre aver commessi tutti gli eccessi contra lui imputati. Rosolino, che aveva sentita la non veridica confessione del figliuolo, ravoglieva nell’animo suo molte cose; ed alfine mosso da filial amore, e considerata la lui innocenzia, disse: Non tormentate più il figliuol mio, ma liberatelo, perciò che egli è innocentissimo ed io nocente. E senza altro tormento minutissimamente