Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/217

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s’infermò: e vedendo esser aggiunto al fine della vita sua, fece l’ultimo suo testamento; ed in quello Bertuccio, figliuolo legittimo e naturale, universale erede instituì: con condizione però che egli non potesse avere l’universal amministrazione di beni se non passato il trentesimo anno. Ma ben voleva che venuto all’età di venticinque anni, il potesse mercatantare e negoziare con ducati trecento della sua facoltà. Morto il testatore, e venuto Bertuccio all’età del ventesimoquinto anno, chiese alla madre, che era commessaria, ducati cento. La madre, che negar non gli poteva per esser così la intenzione del marito, glie li diede; e pregòlo che volesse spenderli bene, e con quelli guadagnare alcuna cosa, acciò che potesse meglio sostentar la casa. Ed egli rispose di far sì, che ella si contenterebbe. Partitosi Bertuccio ed andatosene al suo viaggio, incontrossi in un masnadiere che aveva ucciso un mercatante: ed avenga che morto fusse, nondimeno non restava di dargli delle ferite. Il che veggendo, Bertuccio si mosse a pietà; e disse: Che fai, compagno? Non vedi tu ch’egli è morto? A cui il masnadiere, pieno d’ira e di sdegno, con le mani bruttate di sangue, rispose: Levati di qua per lo tuo meglio, acciò non ti intravenga peggio. Disse Bertuccio: O fratello, vuoi tu quel corpo concedermi, ch’io te lo pagherò? — E che me vuoi tu dare? rispose il masnadiere. Disse Bertuccio: Ducati cinquanta. Rispose il masnadiere: Sono danari pochi a quel che ’l corpo vale; ma se tu ’l vuoi, l’è tuo per ducati ottanta. Bertuccio, che era tutto amorevolezza, contolli ducati ottanta; e tolto il corpo morto in spalla, portollo ad una chiesa vicina, ed onorevolmente il fece sepelire, e spese il restante dei du-