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Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/236

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E perchè mostro il ver da la bugia,
     Molti mi chiaman frodolente e rio.
Questo par impossibil, gli è pur vero,
     Ch’io non so dimostrar bianco per nero.

Che cosa volesse dinotare l’enimma da Vicenza raccontato, niuno seppe dire, perciò che sotto la corteccia era il vero senso nascosto. Ma la prudente Vicenza, per non lasciarlo insolubile, in tal guisa l’espose: Il mio enimma altro non dimostra se non il specchio, in cui si guardano gli uomini parimenti e le donne. Il quale apprende la forma di ciascuno che ’l mira, ma non la sua. Egli non vi dimostra una cosa per l’altra, ma tal qual voi siete. Ingenioso fu l’enimma, ed ingeniosa l’interpretazione. Ma perchè ormai incominciava apparir l’alba, la Signora diede licenza a tutti che s’andassero a riposare, con condizione però che tutti nella seguente sera ben armati venissero, ch’ella voleva ch’ognuno dicesse una breve favola accompagnata con un bell’enimma. E così tutti promisero di fare.


Il fine dell’undecima notte