Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/44

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vestir vostro dalla mia dote e non altronde dipende. E così detto, se n’andò a sedere. Compiuti che ebber le tre suore i loro sermoni, il vicario di messer lo vescovo fece tutte le donne ad una ad una venir alla presenza sua e scrisse il nome di colei che ciascaduna di loro voleva per sua conscienza fosse abadessa. Compiuto il dar di voti, tutta tre rimasero negli voti uguali, nè tra loro era differenza alcuna. Onde tra tutte le monache nacque grandissimo contrasto, e chi l’una e chi l’altra e chi la terza per suo capo voleva, nè per maniera alcuna acchetar si potevano. Il vicario, vedendo la lor dura ostinazione, e considerando che ciascaduna delle tre suore per le sue buone condizioni tal dignità meritava, pensò di trovar via e modo che una di quelle tre, senza dar materia di turbamento alle altre, rimanesse badessa. E chiamate le tre donne alla presenza sua, disse: Madre mie dilette, io a bastanza intesi le virtù e condizioni vostre, e ciascaduna di voi per le degne opere sue meritarebbe esser abadessa. Ma tra queste venerande suore è grandissimo contrasto nella elezzione, e i voti egualmente prociedono. Però, acciò che in amore e in tranquilla pace vi conserviate, io vi proporrò nello eleggere la badessa un modo, il quale, come io spero sarà di si fatta maniera, che al fine tutte rimarrete contente. Il modo adunque è questo. Ciascaduna di queste tre mie madri che desiderano aspirare all’onorato grado, s’ingegnerà tra tre giorni di far nella presenza nostra alcuna cosa che sia laudevole e degna di memoria; e qual di lor tre dimostrerà opera di maggior gloria e virtù, quella fia da tutte le suore concordevolmente eletta, prestandole la riverenza e l’onore che se le conviene. Piacque assai alle donne la determinazione di messer lo vicario; e così tutte ad una voce promisero di osservare. Ve-