Pagina:Straparola - Le piacevoli notti II.djvu/83

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patria. E partendosi con tal desiderio, poichè furono giunti a certo luogo che parve loro, si partirono l’uno da l’altro. E il maggiore per sua ventura andò in campo de soldati che erano alla guerra, e accordossi per servo con un capo di collonello: e in poco spazio di tempo divenne perito nell’arte della milizia, e fecesi valente soldato e valoroso combattitore, di modo che teneva il principato tra gli altri; ed era tanto agile e destro, che, con duo pugnali, pel muro ascendeva ogni alta rocca. IL secondo arrivò ad un certo porto, dove si fabricavano navi; e accostossi ad uno di quei maestri da navi, il quale era eccellente in quell’arte: e in breve tempo fece gran profitto, sì che non aveva pari a lui, ed era molto celebrato per tutto quel paese. L’ultimo veramente, udendo i dolci canti di Filomena, e di quelli grandemente dilettatosi, per oscure valli e folti boschi, per laghi e per solitarie e risonanti selve e luoghi deserti e disabitati, e vestigi e’ canti di quella sempre andava seguitando; e talmente fu preso dalla dolcezza del canto de gli uccelli, che, smenticatosi il camino di ritornare adietro, rimase abitatore di quelle selve: di modo che, stando di continuo per anni dieci in quelle solitudini senza abitazione alcuna, divenne come un uomo selvatico: e per l’assidua e lunga consuetudine di tai luoghi imparando il linguaggio di tutti gli uccelli, gli udiva con gran dilettazione e intendevali, ed era conosciuto come il Dio Pane tra i Fauni. Venendo il giorno di ritornar alla patria, i duo primi si ritrovorono al destinato loco, ed aspettorono il terzo fratello; qual poi che viddero venir tutto peloso e nudo, gli andarono in contra: e per tenerezza d’amore prorompendo in lagrime, l’abbracciorono e basciorono, e vestironlo. E mangiando nell’ostaria, ecco che un uccello volò sopra un albero; e con la sua voce cantando