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. . . . . . . . . . . . . Il Padre antico,
A cui ciascuna sposa è figlia e nuora.
Pier delle Vigne fu quasi solo grazioso a Federico secondo, gli fu ministro diligente e fedele; per invidia de’ cortigiani ne incontrò la disgrazia sì, che disperato nel dolore a sè innocente diede la morte. Il racconto diviene poetico nel modo seguente:
Io son colui, che tenni ambe le chiavi
Del cor di Federico, e che le vuolsi
Serrando e disserrando sì soavi,
Che dal secreto suo quasi ogni uom tolsi
Fede portai al glorioso uffizio
Tanto, che ne perdei lo sonno e i polsi.
La meretrice, che mai dall’ospizio
Di Cesare non torse gli occhi putti,
Morte comune e delle corti vizio,
Infiammò contro me gli animi tutti,
E gl’infiammati infiammar sì Augusto,
Che i lieti onor tornaro in tristi lutti!
L’animo mio per disdegnoso gusto
Credendo col morir fuggir disdegno
Ingiusto fece me contro me giusto.
Talvolta con definire o dimostrare il significato di una voce, con indicare in alcun caso famoso un’epoca qualunque, con animare di affetto si fa poetica ogni semplice e vulgare idea; come dire il centro della terra:”
. . . . . . . . . Il mezzo,
Al quale ogni gravezza si raduna,