Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/157

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PARTE SECONDA 145

nia in Italia, promossa nell’anno 1811 dal re Murat ed arruolata sotto il vessillo francese contro la fazione dei Sanfedisti, parlo della società dei Carbonari, adoperava nell’anno 1820 ad apparecchiare in tutta Italia una generale sollevazione. Avvalorati erano quei disegni dalla speranza che vi cooperassero i governi di Napoli e di Piemonte. Non possedendo in proprio nè truppe nè finanze, la Lombardia non poteva pensare a discacciar essa gli Austriaci, ma dovea star pronta ad aprire le sue città a quelli de’ suoi compatrioti che venissero con un esercito a farle spalla contro l’Austria. Una società sì numerosa, com’era in quel tempo la società dei Carbonari, non poteva per un lungo tempo sfuggire al vigile sguardo di un governo fondato sopra lo spionaggio; e di fatti nell’anno stesso 1820 una notificazione del governo di Milano, sottoscritta dal presidente conte Strassoldo, e dal vice-presidente conte Guicciardi (quel desso che avea perorato nel senato italiano il 17 d’aprile 1814 contro il progetto del duca di Lodi), annunziava l’esistenza della società suddetta, ne dichiarava pericoloso per lo Stato e reo in sè stesso l’intento, vietava a tutti i sudditi di S. M. l’imperatore d’entrarvi, comminando loro, in caso di disobbedienza, le pene prescritte contro il reato di fellonia: pene le quali dichiaravansi, al solito, incorse da tutti coloro che avessero omesso di denunziare i fatti venuti a loro cognizione intorno alla società dei Carbonari o alcuno dei membri di essa.

Non valse questa notificazione ad impedire i progressi del carbonarismo. Una giunta straordinaria fu bentosto nominata ed instituita in Venezia per iscoprire le trame ordite dalla società e i nomi dei sudditi italiani di S. M.


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