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162 PARTE SECONDA

cura e devotissima. Il Berchet, appressatosi a quella signora nel mentre ch’essa ragionava con l’amico del Confalonieri, udì le loro parole, e immantinenti si diliberò di scampare in estero Stato, nè pose tempo in mezzo ad eseguire quel proponimento. Ricevette pertanto il Confalonieri la notizia che gli amici erano impazienti di fargli giugnere, ma non ne fu punto commosso, e ricusò di fuggire. Alla sera del giorno medesimo, il menzionato ufficiale di polizia scrisse di bel nuovo all’amico suddetto, essere stata stanziata la cattura del Confalonieri. Gli amici si riposero in moto; ed anzi la stessa figliuola del consigliere Marliani recossi dal Confalonieri per fargli presente l’imminenza del pericolo e scongiurarlo ad andarsene.

Diè saggio il Confalonieri in quella occasione d’una levità di carattere, che può servire di spiegazione e di escusazione dei falli ch’egli avea precedentemente commessi. Gl’iterati avvisi mandatigli da’ suoi amici erano avvalorati altresì dalle insinuazioni abbastanza chiare del maresciallo conte di Bubna, che teneva in quel tempo il comando militare in Milano, ed era uomo retto e capace di attaccamento. Nelle frequenti visite ch’egli faceva al conte ed alla contessa Confalonieri, non mancava egli di ostentare molta ansietà della mala salute del conte, e dal consigliare a lui ed alla contessa un viaggio di alcuni mesi. Ben comprendeano entrambi il fatto per cui mostravasi inquieto il maresciallo, e raffrontando questi replicati consigli con gli avvertimenti venuti altronde, non potevano dissimularsi il pericolo. Ora perchè mai trascurò egli il Confalonieri l’occasione propizia che gli si offeriva? Perchè mai non