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164 PARTE SECONDA

rive del lago di Como, nel sobborgo di questa città chiamato Borgo-Vico. Per festeggiare il giorno onomastico della consorte, egli convitò parecchie persone a pranzo il 15 di ottobre, giorno della festa di santa Teresa. Vennero i convitati all’ora prefissa; trovarono apparecchiata la mensa, raccolta la brigata, ma assenti i padroni. Più ore trascorsero, duranti le quali gli amici colà convenuti rimasero inquietissimi intorno al destino del padrone di casa. Giunse egli finalmente a piedi, preceduto da sua moglie e da’ signori Francesco Arese e di Fellberg. Erasi egli spassato nell’approfittare della vicinanza della Svizzera e della libertà con cui passava e ripassava il confine per empire la carrozza di oggetti in frodo de’ dazi. Dietro la denunzia di una spia, la sua carrozza era stata visitata e confiscata. Or non poteva egli fare un uso migliore della libertà con cui recavasi cotidianamente in Isvizzera?

Gli è forza pertanto supporre che il Confalonieri, mentre ricusava di fuggire quando gli amici vel consigliavano, proponessesi di andarsene quando a lui paresse opportuno. Nè sarebbevi perciò ragione di rimbrottarlo gravemente; se non che era almeno da desiderare che gli apparecchiamenti da lui fatti a tal uopo fossero stati così bene ideati come quelli suggeritigli dagli amici. Ora a questo proposito egli è da stupire che, dopo aver fatto aprire un varco nel muro divisorio tra la propria casa e la casa Bonacina, il Confalonieri non siasi poi data la briga d’invigilare a fine che quel varco non fosse chiuso. Il che appunto accadde.

Era il Confalonieri male in salute, come ho detto. Giaceva egli a letto quando vennero ansanti i suoi fa-