Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/225

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PARTE SECONDA 213

stria teme quei rivoluzionari che ha conquisi. I Lombardi temono le persecuzioni austriache, le quali si sono logorate da sè stesse nè puonno più riprodursi. Un attento osservatore ben vede esser l’Austria in preda al terror panico che le inspira la malacontentezza dei Lombardi; ma ei vede pure che questi sono in preda ad un terrore non meno forte e non men puerile, che loro inspira la ricordanza delle vendette austriache. Conferisce assai a conservare all’Austria il suo aspetto terribile la permanenza in alcune cariche di quelle stesse persone che le occupavano nel 1821. Il direttore della Polizia, per esempio, è quello stesso d’allora; ei possiede le tradizioni politiche di Francesco I; ei parla con quel tuono medesimo di vent’anni fa, prorompe nelle stesse minacce, fa gli stessi rimproveri, tiene a’ propri cenni un esercito di spie non men numeroso di quello di cui l’anno 1821 o l’anno 1814 videro le prime geste. Ma in ciò consiste la somiglianza tra la Polizia di quel tempo e quella dei giorni nostri. Accade bene spesso che le spie del direttore si pongono ai cenni di quei medesimi cui devono spieggiare. Stendono di conserva con essi le relazioni al Direttore, e li ragguagliano dei sospetti concepiti contro di loro, come pure dei provvedimenti loro relativi. Usa tuttora il direttore di far chiamare i cittadini nel suo gabinetto per rimproverarli o delle loro azioni o delle loro parole, od anche soltanto delle loro opinioni, e minacciarli di un pronto gastigo. Ma questo gastigo non giunge poi, e le persone abbastanza coraggiose per farsi a rispondere dignitosamente al Direttore, non si veggono per questo molestate maggiormente. Potrebbesi scrivere un volume se si volesse