Pagina:Studi intorno alla storia della Lombardia negli ultimi trent'anni.djvu/47

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PARTE PRIMA 35

Non è egli da stupire che non uno di questi pretesi uomini di Stato abbia posto mente alla forza onde ogni corpo costituito è di per sè dotato? che non uno abbia detto fra sè: “Tristo è il governo presente; ma tal quale esso è, dobbiamo sorreggerlo a tutta possa in questo momento, per ciò solo che esiste e che noi stessi non esistiamo, qual nazione, altrimenti che per esso, cioè a patto di avere un governo stabilito. Stringiamocegli intorno; sorreggendolo, dirigiamolo; parliamo in suo nome, operiamo parimenti in suo nome. Non concediamo che infrangasi il vincolo che ci tiene insieme uniti, che il nemico ci colga appartati gli uni dagli altri, nè che si giovi della caduta del governo esistente per imporcene un altro a suo senno?” Siffatte considerazioni non vennero in mente ad alcuno di quei liberali; adoperarono essi senza posa a gittar via le armi, a spianare le mura, ad atterrare le porte; scagliarono in mare l’ultima loro áncora di salute, e quando poi la tempesta venne ad infuriare, quando gli eserciti austriaci ebbero inondato il territorio, quando uscì fuor la parola che della Lombardia faceva una provincia austriaca, quando gli avanzi delle antiche e preziose libertà nazionali furono spietatamente annichiliti, allora parve che si ridestassero come da lungo sonno; volsero attorno stupidi sguardi, e gettarono profondi sospiri. Un tale rammarichío non era, invero, una sofficiente espiazione.

Numeroso era questo partito, conciossiachè componessesi della massima parte dell’aristocrazia milanese. Ho detto già come i giovani membri di questa aristocrazia, che aveano ambìto le cariche di corte, credes-