Pagina:Sull'opportunità delle strade ferrate nello Stato Pontificio.djvu/66

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può averle o diriggendosi a Roma, da dove si metterebbe sulla linea maestra per Ancona, ovvero mediante l’accennata diramazione entrare nella linea maestra come abbiam detto verso Orte o Pontefelice, e da quel punto volgere verso Roma o verso Ancona. Nella prima ipotesi le provenienze di Ancona per Civitavecchia e viceversa, prolungarebbero il cammino di circa 50 miglia; e nella seconda il prolungamento lo soffrirebbero le provenienze di Civitavecchia per Roma; ma la linea, anzichè passare in campagna inabitata, come accaderebbe in una linea che partisse da Roma diretta per la marina a Civitavecchia, traverserebbe la provincia del Patrimonio sufficientemente popolata e produttiva.

Con questa misura scomparirebbe ancora un apprensione del sig. Petitti, il quale taglierebbe fuori Civitavecchia dal contatto commerciale con Ancona, adducendo la lunga distanza che intercede fra l’uno e l’altro porto, ed in vece rimanendo assorbita la linea maestra dalla comunicazione della capitale con tutti gli altri punti di coincidenza, il solo tratto attribuibile alla comunicazione di Civitavecchia con Roma ed Ancona, sarebbe quello della diramatone in circa 50 miglia, cogliendoci ancora il vantaggio di traversare la provincia del Patrimonio.

Questo provvedimento non escluderebbe, che venisse in egual modo costruita anche la linea di comunicazione diretta fra Roma e Civitavecchia per la Marina, quando si rinvenisse chi potesse reputarla di sufficiente interesse.

Volgiamoci in fine verso Napoli, ed in questo tragitto speriamo trovare nuovo pascolo. Seguendo il principio inconcusso, che le strade di ferro debbano passar sempre per luoghi popolati e produttivi, non è in alcun