Pagina:Sull'opportunità delle strade ferrate nello Stato Pontificio.djvu/85

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mento dell’impresa, perchè depositate le prime rate delle azioni, e garantiti i depositi successivi dal patto, che nel caso di morosità le azioni siano alienabili a pregiudizio del moroso, trovandosi di esse una o più rate già pagate, più facile si rende la vendita a pregiudizio del possessore. Simile sicurezza poi aumentando annualmente nella stessa misura che si accrescerebbe la responsabilità per la restituzione dell’altra metà presa a prestito, ne verrebbe che compito il pagamento della metà effettiva, quella di garanzia avrebbe con essa una ricurezza immancabile.

Nè meno facile sembra il chiarire un altro punto di controversia, quale è quello dell’esistenza nello Stato di denaro versabile in quest’impresa ridotto anche a metà, e qui riassumendo le cose già dette, ripeteremo di ammettere la mancanza per la metà, per cui si è proposto che venga procurata ad imprestito, ma per l’altra metà non pare che sia luogo a temere. E questa idea non è animata già dall’illusione che nello Stato sianvi cospicue somme giacenti, ma fondata sopra due riflessioni. La prima è quella, che il primo impronto delle azioni si ridurrebbe a circa un millione di scudi, e sentirebbe di pusillanimità il dubitare, che per poco che divergesse dal corso ordinario il denaro che circola, non giungesse a riunire questa prima somministrazione. L’altra ha per base il principio immancabile, e possiamolo dire assioma, che cioè la circolazione riproduce in vece di consumare, e conseguentemente, quando tutta l’opera, e tutto il materiale da impiegarsi nella costruzione od almeno la massima parte fosse indigeno, il che può sicuramente ottenersi, tutto il dispendio circolerebbe nello Stato; in guisa che quel numerario che improntato dagli azionisti entrebbe nella cassa dell’impresa,