Pagina:Sulle ferrovie economiche.djvu/40

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di lavoro possa trasportare le pattuite 50 tonnellate, il sistema diverrà automatico.

La distanza fra i pali è varia, la massima è di 320m; dove un palo è più depresso dagli adiacenti la fune si fa passare sotto la rispettiva puleggia del palo più depresso, ed ivi si mettono, avanti e dietro a questa, due altre puleggie collegate fra loro da fune senza fine, sulla quale passa il carretto abbandonando così la fune principale che va a passare sotto la puleggia depressa: al quale scopo le dette due puleggie sussidiarie hanno una doppia scanalatura, di cui una riceve la fune generale, l’altra la fune che va fra esse due puleggie e porta la secchia dall’una all’altra.

Quando per la pendenza della linea e la direzione del carico il sistema diviene automotore, esso può facilmente riuscire conveniente. Lo stesso dicasi nel caso in cui, occorrendo una forza motrice, questa possa aversi gratuitamente, come avviene a Pestarena ed a Val Toppa; ma negli altri casi devesi far entrare in calcolo la spesa del motore; al quale scopo gioverebbe grandemente il conoscere quale è l’effetto utile che si può ottenere con questo sistema.

In questo intento io mi recai alle prove di Brighton e feci alcune osservazioni a Val Toppa, ma finora non sono riuscito a formarmi un preciso criterio al riguardo; ora una, ora un’altra circostanza mi hanno sempre impedito di istituire esperienze concludenti su questo argomento.

Descriverò il modo di staccare i vagoni carichi e riattaccare quelli vuoti a Piedimulera (che è l’estremità inferiore della linea di Val Toppa), perchè esso serve a dare una precisa idea anche del passaggio delle secchie nelle curve ristrette, delle quali possono farsi anche di quello per cui la fune si ripiega interamente e che misurano 180° o poco meno.

S’immagini adunque che A (fig. 16) sia la fune la quale, carica di secchie piene, procede nel senso della freccia e che le secchie siano a deporsi nel locale B: giunta una secchia in C (ove la fune si abbassa rapidamente e facendo il giro A’ A’’ ritorna in C’ allo stesso livello di C) la rotella destra del suo carretto (fig. 13) viene sostenuta da una rotaia posta sul canale D, D’ D’’, D’’’ , che, orizzontale od in lieve salita fino al suo mezzo, ha poi una piccola pendenza dal suo mezzo E verso D’’: fra D ed E adunque si arresta la secchia, che vien tolta dalla corda per mezzo dei manovali, dai quali essendo poi le secchie vuote riposte fra E e D’ queste, pella pendenza del canale, vanno da sè in D’’ ove abbrancano la fune C, il cui moto è continuo, e