Pagina:Sulle frontiere del Far-West.djvu/171

Da Wikisource.

SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 167

quali erano subito balzati a terra per non sfinire completamente i loro mustani.

— Sì, lo vedo già delinearsi fra quelle due collinette che si aprono dinanzi a me.

Se non incontriamo ora le orde degli Arrapahoes, noi potremo raggiungere l’hacienda e compiere la missione affidataci da quel disgraziato colonnello.

— Se giungeremo in tempo, — disse Harry.

— Io ho molta speranza.

— Credi che non sia stata ancora assalita?

— Se gli Arrapahoes non hanno ancora ricevuto nessun messo da parte di Yalla, non si saranno spostati tanto verso il sud per dar fuoco ad una fattoria.

In tale modo ritarderebbero la loro congiunzione coi Chayennes e cogli Sioux, e non credo che Mano Sinistra sia così sciocco da perdere tanto tempo mentre la guerra deve infuriare al nord.

— Conoscete questo guerriero? — chiese Nuvola Rossa che, come al solito, ascoltava senza prendere mai parte alle conversazioni.

— Io non l’ho mai veduto: e voi?

— Sono stato suo ospite un giorno, ma allora l’ascia di guerra non era stata dissotterrata e visi-pallidi e visi-rossi vivevano, almeno apparentemente, in pace.

— Avete fumato con lui il calumet? (la pipa della pace), — chiese Harry.

— Sì, — rispose il capo dei Corvi.

— Allora voi potreste, all’occorrenza, renderci qualche prezioso servizio in caso di pericolo, — disse l’indian-agent.

— Può darsi.

— Riparleremo più tardi di questo, se certe circostanze s’imporranno. Per ora cerchiamo di raggiungere le rive del Lago.

Là ci troveremo più al sicuro. —

Guardò il sole il quale stava per tramontare fra una nuvola intensamente rossa, che il vento di levante gonfiava a vista d’occhio, spingendola in direzione del Lago, poi disse:

— Orsù, un ultimo sforzo: poi i cavalli si riposeranno. —

Saltarono a terra tutti e si avanzarono verso ponente, salendo e discendendo i dolci avvallamenti della rolling-prairie, cosparsi d’immensi cespi di rose selvatiche, di tappeti di festuca e di sacarte che rassomigliano alle euforbie.

Due ore dopo, completamente sfiniti e, quello che era peggio, affamati come lupi, giungevano finalmente sulle rive del grande Lago Salato.