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214 EMILIO SALGARI

Quella specie d’imbuto trasmetteva distintamente quei rumori, al pari della tromba d’un grammofono.

Ad un tratto la luce che si proiettava dentro la nicchia, che serviva di rifugio ai tre avventurieri ed alla piccola indiana, si spense quasi totalmente. Un corpo umano si era introdotto dentro l’imbuto, intercettando colla sua mole i raggi del sole.

— Non vi movete, — sussurrò prontamente John ai suoi compagni.

Sia che quel bisbiglio fosse giunto agli orecchi di quel curioso, od altro, il corpo umano invece di ritirarsi si spinse maggiormente innanzi puntando la lancia così violentemente che per poco John non fu infilzato.

Un colpo di rifle rintronò empiendo la nicchia di fumo.

Harry aveva fatto fuoco e la testa dell’indiano era scoppiata come una zucca.

— Fuori! Fuori! — gridò John. — Ormai non ci resta che di dare battaglia! —

Strisciò sul corpo del pelle-rossa, essendovi ancora posto sufficiente, raggiunse l’estremità dell’imbuto e fece subito fuoco sui cavalieri che stavano per porre piede a terra.

Un grido seguì subito la detonazione, ed un indiano precipitò nel fiume, mentre il suo cavallo scappava velocemente.

Gli altri quattro rimontarono prontamente in arcione e misero le lance in resta, ma vedendo sbucare dalla piccola caverna due uomini armati di rifle, volsero i cavalli e si slanciarono a gran galoppo lungo il greto, scomparendo ben presto dietro una svolta del fiume.

— Amici, — disse John, ricaricando prontamente il rifle. — Prendete Minnehaha e poi gambe in spalla.

Simili fortune non capitano due volte. —

Giorgio rientrò nell’imbuto per trarre fuori la piccola indiana, poi tutti insieme risalirono la riva e si misero a correre, guardandosi di quando in quando alle spalle, per paura di veder sbucare dal vicino bosco qualche altro drappello d’Indiani.

La fattoria del colonnello non doveva ormai essere lontana.

Infatti dopo un altro paio di ore di marcia accanita, i tre avventurieri cominciarono ad incontrare delle vaste praterie dove scorrazzavano, in piena libertà, cavalli di diverse razze, e dove ruminavano tranquillamente dei grossi bufali.

Al di là del fiume i campi coltivati a cotone apparivano di quando in quando attraverso gli squarci della boscaglia.

— Avanti!... Avanti!... — non cessava di dire l’indian-agent, il quale cominciava a riconoscere quei luoghi. — Gl’Indiani non ci prendono più!... —

Ad un tratto udirono delle grida alzarsi dietro delle siepi che circondavano un campo di maiz, poi scorsero parecchi negri somi-