Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/109

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Scoppiò. Si rizzò, trasse di tasca il proprio biglietto da visita e lo porse al Bacis. «Se non trova di meglio venga da me a Trieste o mi scriva. Non perda ogni speranza ed intanto impedisca alla povera Anna di commettere delle bestialità.»

Anche l’altro si rizzò. Ma fu come un atto di cortesia senza convinzione. Mormorò: «Grazie. Verrò a Trieste». Si ricoricò e riportò la mano agli occhi non appena il signor Aghios accennò a sdraiarsi di nuovo.


VI

VENEZIA - PIANETA MARTE


Il signor Aghios era oramai piú tranquillo. Solo gli bruciava lo stomaco per il tanto vino bevuto. La sua coscienza era oramai tranquilla come se egli già avesse dato il denaro. In sostanza egli l’aveva già dato, perché avrebbe patrocinato con la moglie la parte del Bacis. Ora toccava alla moglie di comportarsi bene anche lei.

Ma non subito s’addormentò. È una cosa impossibile per un essere previdente di addormentarsi in un treno che s’accinge a correre. Per essere piú sicuro il signor Aghios s’aggrappò al suo giaciglio, ma ciò implicò uno sforzo e non è una cosa facile di addormentarsi nell’atto di fare uno sforzo. Poi finalmente il treno si mosse. Assunse un passo piuttosto lento e pesante. Il rumore maggiore fu dato dapprima dalla propagazione del moto dalla cima alla coda del grande convoglio, perché fra i singoli vagoni fu uno sbattersi inquietante, tanto che il signor Aghios si rizzò per star a sentire. Per quietarlo il Bacis, senza levare la mano dal volto, mormorò: «Ciò avviene perché questo treno manca del freno Westinghouse».

Non occorreva la parola rassicuratrice, perché oramai il treno s’era avviato ed aveva assunto un passo tranquillo. Molto tranquillo. Il signor Aghios poté abbandonare ogni sforzo e abbandonarsi sul suo giaciglio. In un treno che procedeva con quel passo si avrebbe certamente dormito tranquilli. La musica che proveniva da quel movimento era forte-