Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/141

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simili. Ricordava (e con grande chiarezza) di aver firmato quel contratto anche quello (cosí gli sembrava ora) una prova di fiducia nell’umanità, non ricordando che la prima idea di contrarlo gli era venuta dal desiderio di aumentare i suoi benefici.

Se il destino voleva favorirlo certo sarebbe stato il Reveni non invitato da lui che gli avrebbe proposto il soccorso. Questo egli aspettava dal destino. Allora appena egli avrebbe potuto svelare il suo progetto di organizzazione intorno a lui che avrebbe potuto essere accettato dal Reveni qualora costui si fosse trovato nello stato d’animo che accettava di addossarsi un rischio simile. Al Maier pareva che il rischio non ci fosse. Egli domandava in complesso un credito a lunga scadenza e sapeva di meritarlo. Sebbene vecchio egli era tuttavia laborioso e per quella sola volta che s’era lasciato truffare egli poteva citare centinaia di casi nei quali alla truffa s’era sottratto. Perciò con lui un rischio non c’era.

Salí le scale di casa Reveni posta al centro della città e dal momento che il cameriere gli aperse la porta egli non sentí nel proprio animo che invidia. Anche lui per il momento aveva gli arazzi nell’anticamera vasta e addobbata e anche quello stanzino foderato di tappeti in cui il Reveni e la moglie lo aspettavano per offrirgli una tazzina di caffè. Ma per poco tempo. La sua povera moglie era già in cerca di un quartierino molto piú piccolo e molto piú povero. Qui tutto aveva ancora l’apparenza solida e sicura della casa ch’esiste da lungo tempo e per lungo tempo esisterà. Da lui invece tutto si preparava a volare in aria. Tutto era al suo posto meno i gioielli della moglie ma pareva che tutti gli oggetti stessero prendendo lo slancio per correre via.

Il Reveni era un uomo piú grosso di lui e anche piú bianco benché avesse la sua stessa età. Cosí seduto nel suo grande seggiolone di fronte a lui che sedeva su un seggiolone della stessa grandezza ma timidamente in cima dello stesso a lui sembrò formidabile quell’uomo che aveva accumulato, accumulato e non s’era lasciato trascinare a firmare l’atto da cui egli era stato rovinato.