Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/181

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dona l’arco teso. Questa partenza egli la sentí chiaramente. Si passò le mani sugli occhi per proteggerli, gli era parso che il suo organo fosse stato ferito da oggetti pervenuti dall’esterno. Presto non poté piú aver dubbi. Lassú ed in immediata corrispondenza alla sensazione da lui provata si produsse un fenomeno ben altrimenti importante. Una fiammata enorme avvolse il sigaro volante e la navicella di sotto. Poi piú tardi si sentí lo scoppio immane e le urla della folla terrorizzata. In aria non restò che una forma di nebulosa che continuava a salire, in giú venne a precipizio la navicella che subito si vide ingrandire carica del motore e degli aeronauti. E quando questa raggiunse il suolo si sentí lo schianto. Il primo istinto di Vincenzo lo avrebbe portato sul luogo del disastro ch’egli non aveva voluto; poi si fermò perché sapeva di averlo provocato e temeva che altri avrebbe indovinato la realtà della sua coscienza. Corse a sua moglie che, prossima al parto, era rimasta in casa. Le raccontò dello spettacolo terrificante cui aveva assistito ma raccontandolo spesso s’interruppe confuso mutando di colore. La sua agitazione che gli chiudeva la gola non era prodotta dal compianto per le povere vittime come la moglie credeva; egli vedeva se stesso, perverso e malvagio. Aveva dapprima cercato di dare un’idea alla moglie della sua ammirazione alla vista del portento. Ma subito la sua lingua piú sincera del suo proposito parlò delle imperfezioni di quella macchina. Ad onta del disastro già avvenuto e del compianto sincero ch’egli sentiva per le povere vittime, al descrivere la magnifica vittoria umana, sentiva rinascere tutto il suo rancore e capiva che se il disastro non fosse già avvenuto il suo occhio avrebbe scattato di nuovo. Finí che non sopportando la visione cosí esatta della propria malvagità, interruppe il racconto e si gettò singhiozzando sul letto premendo i suoi terribili occhi con le mani. La moglie piena di compassione per tanto nobile dolore lo assistette amorevolmente.

Poi, tutto fu da lui negato a se stesso e poi facilmente dimenticato. Era stata una sua immaginazione. Se avesse voluto farlo credere ad altri non ci sarebbe riuscito. Perché avreb-