Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/186

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nella bara. Sarebbe stato terribile se ora fosse ritornata in sé.

Presto cessò anche d’accusarsi del grande delitto. Gerardo che oramai cominciava ad accorgersi della gravità della sventura che lo aveva colpito dava segno di cominciare a crederci. Aveva saputo del litigio violento avvenuto fra madre e figlio e riteneva che la congestione cerebrale di cui la vecchia era morta fosse derivata dall’eccitazione risultatale dalla disputa col figlio il quale perciò — credeva Gerardo — se ne accusasse colpevole. Vincenzo che non sapeva sopportare l’avvilimento di un’accusa simile cominciò a scolparsi. E cosí coperse di nuovo la sua coscienza di un denso strato sotto il quale essa si quietò ingannando tutti. Eppoi il suo occhio aveva commesso già il peggiore delitto; tutto il resto del mondo poteva oramai essere ferito da lui senza rimorso. Continuava a studiare la storia di Napoleone e sapeva che non era l’amore che a quello studio lo legava; era l’invidia e l’odio. Egli sapeva bene come fosse fatta quella speciale vita del suo occhio. Napoleone la attivava in modo straordinario. Per fortuna l’Imperatore giaceva tranquillo agl’Invalidi al sicuro dai dardi di Vincenzo.

E l’unico dolore che oramai gli risultasse dalla sua strana malattia era un certo disprezzo per se stesso. Egli sapeva che tutte le cose alte di questo mondo venivano da lui abbattute; per pacificare la sua anima egli si diceva ch’egli avrebbe voluto compiere lui stesso delle cose eccelse e che essendogli stato impedito questo dal suo destino la sua grandezza s’era mutata in una potenza infernale. E il fatto che tale potenza veramente non dipendeva dal suo arbitrio non diminuiva quel disprezzo. Infatti non dipendeva da tale arbitrio. Egli guardò con occhio che volle malevolo un cane che lo assaltò; il cane poté morderlo e andarsene e vivere poi benissimo e in ottima salute. Occorreva ch’egli fosse toccato su certi punti del suo organismo morale perché l’occhio scattasse. I velivoli e i dirigibili che passavano per la sua città natale cadevano tutti. Vincenzo provava di frenare l’attività del suo occhio e guardava in alto forzandosi di pensare alle mogli e alle madri di quegli eroi per costringersi a benevolenza. Ma poi vedeva tali mogli e