Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/213

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abbellito da alcune quercie e due ippocastani allora in fiore. Le case della via principale abbastanza larga e non lunga, chiusa dalle case anche all’altra estremità, perciò una specie di piazza selciata a ciottoli, erano piú belle e linde delle altre, alcune abbellite dallo zoccolo e dal suo coronamento altre con una certa civetteria dall’erto tetto sporgente.

Il signor Beer si fermò dinanzi all’ultima casa a sinistra.

La signora Beer uscí dalla casa per incontrare i viaggiatori. Era una bella signora elegante, alta, bruna, dai grandi occhi espressivi, un profilo puro dal naso aquilino.

Il vecchio sul poggiuolo di Opicina sospirò. Chissà se era proprio di quel giorno ch’egli la ricordava uscire dalla casa con un sorriso lieto sulle labbra, i grandi occhi neri ansiosi nel saluto, il passo celere, tutta la bella figura equilibrata in uno slancio che ricordava un movimento di danza ma allora o dopo in quell’istante essa era stata adorabile. Allorché a diciott’anni egli l’aveva abbandonata per sempre, essa alquanto ingrassata era stata tuttavia bella. Eppure egli non l’aveva mai veduta bella. I suoi sensi giovanili, eccitabili, avevano cercato tutt’altra via. Perché? Il vecchio cercava indarno tale ragione e concluse: Gli uomini non sanno vedere tutto; per certe cose hanno gli occhi chiusi. Doveva essere l’avvenire che l’avrebbe informato meglio. Naturalmente l’avvenire dei ricordi! Egli doveva apprendere che il lavoro della memoria può muoversi nel tempo come gli avvenimenti stessi. Questa doveva essere un’esperienza importante sebbene non la piú importante di quel delizioso lavorio ch’egli stava facendo. Riviveva proprio le cose e le persone.

Il suo desiderio l’avrebbe trascinato a ricercare delle epoche piú vicine in cui avrebbe scoperta la continuità, la luce, l’aria, la parola di ogni singolo avvenimento. Ma non volle! Bisognava continuare a ricercare in quel mare le poche e piccole isole emergenti e rivederle attentamente quanto era possibile per ritrovarci qualche comunicazione fra l’una e l’altra.

Eccone una di queste isole: Piena di luce e di dolore, e proprio marcata in modo da poterla vedere tutta e nello spazio suo.