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III


Un odore che non si scambia è quello di Tití perché è unico al mondo. Unico perché si sente talvolta anche quando chi l’emana non c’è e non è mai passato per di là.

Ricordo che una sera io ero chiuso in cucina con la vecchia Anna accovacciata al focolare. Nella noia, io ricordavo le mie corse per la montagna con il padrone o da solo. Ricordavo gli odori di prede ed uomini e stavo lí tranquillo a guardare Anna e a riposare. Improvvisamente ricordai che una volta che spiavo l’odore di una lepre (un vero sentiero fatto dalla preda) m’imbattei in Tití attratta dallo stesso odore perché io e Tití amiamo le stesse cose. Il suo odore coperse naturalmente con la sua potenza quello della lepre che fu lasciata tranquilla. Subito a questo ricordo non seppi restare tranquillo in quella cucina perché l’odore di Tití era entrato traverso le porte e le finestre chiuse. Io mi lanciai contro la porta per raggiungere Tití che, certo, doveva trovarsi nelle vicinanze. La vecchia Anna credette tutt’altra cosa e mi mandò fuori. All’aperto l’odore di Tití era diffuso come in cucina. Tutto il vasto spazio diceva di lei. Annusavo le cose piú stupide e c’era; me lo portava il vento ed io lo affrontavo per avvicinarmi all’essere amato. Ma questa volta mancava la traccia perché l’olezzo proveniva anche da destra e da sinistra. Tanto effluvio e Tití non c’era.

Tití è un essere bizzarro e mi fa impazzire. Talvolta io sento ch’essa è anche una preda ma la sola che non voglio sincera. Conservi intatto il suo sacco di pelle e di peli tanto dolce a leccare. Non addento e non meno la coda, ma credo di voler fare le due cose nello stesso tempo o di farne una terza che non so che sia. Essa finora mi sfugge mentre io non so di averle fatto mai del male. Pare rida quando mi lascia solo con la lingua fuori.

Un giorno seguivo il padrone nella sua passeggiata lenta quando m’imbattei in Tití: Fu una gioia grande e quando capita cosí inaspettata è difficile crederci. Mi feci a lei d’in-