Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/248

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e come era stato per sei anni nella stessa classe. Aveva dunque studiato. Eppoi della sua mancanza di forza per cui era stato tutta la sua vita un uomo tanto pacifico. Gli era stato proposto una volta di metterlo in aceto perché acquistasse vigoria ma egli aveva rifiutato perché l’uomo forte corre di grandi rischi. E giú tutta la sua esperienza di tutte le persone forti che aveva visto in pericolo trascinatevi dalla coscienza della loro forza. Quando c’era una baruffa sulla strada i forti accorrevano mentre egli correva in casa ove era meglio protetto di tutti i forti di questa terra. E precisamente in quello stato di ebrietà Alessandro aveva costantemente sul labbro un sorriso di uomo sicuro e superiore. E la sua piccola faccina imbruttita da un paio di mustacchi radi neri e grigi arrossata dal vino diventava tutta malizia.

Adele la figlia di Berta era di qualche anno piú vecchia di Marianno. Era carina tanto nel suo scialle nero troppo grande e pesante sulle spalle esili di quattordicenne. Marianno ch’era entrato in casa a 12 anni s’attaccò a lei di un grande affetto. Il suo visetto rotondo contorno dalla capigliatura ancora piccola fulva nereggiante coi piccoli occhi bruni di suo padre ma meglio tagliati di quelli era dolce a baciarsi. Dapprima essa si mise a proteggere il piccolo collaboratore di suo padre con arie di mammina pretenziosa, e talvolta tale protezione gli giovò. Cosí quando essa ammalò poco dopo la guarigione di Marianno e con manifestazioni che al dottore parvero simili a quelle del malore avuto dal giovinetto, ciò che gli fece credere che essa avesse preso la febbre da lui, mamma Berta sentí nel suo cuore materno un bisogno imperioso di vendetta e, in presenza dell’ammalata, gli lasciò andare un ceffone seguito da un calcio che lo fece rotolare fuori della stanza. Egli se ne sarebbe andato grattandosi la parte lesa conscio della sua colpa, e senza lagrime, lieto che l’ultimo colpo lo avesse portato al sicuro. Ma Adele febbricitante si mise a strillare come se i colpi li avesse ricevuti lei e bisognò che mamma Berta corresse in cerca di Marianno che s’era nascosto e, con promesse di non fargli dell’altro male, lo facesse uscire da un armadione vuoto in cui s’era nascosto. Berta