Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/270

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per fare delle corse in città. Avevano la gondola ma quella passava inerte le sue giornate nella vecchia cavana. A colazione, regolarmente, la signora Perini, s’informava dal marito se avrebbe potuto avere il gondoliere. Il signor Perini incominciava a fare i suoi calcoli. La poca carne umana messa a sua disposizione veniva vagliata: Una spedizione importante costava due uomini, restavano due in casa (computato Andrea) e di uno non si sapeva che fare perché per spostare delle balle di panno o per pesarle occorrevano due uomini. Altri giorni la spedizione era piccola e bastava un uomo ma Bravin doveva andare in città per incassi o pagamenti e allora restavano di nuovo due soli. Perciò Andrea non poteva partire. E avvenne talvolta che si aveva il gondoliere ma non la gondola perché l’acqua aveva calato e non c’erano abbastanza braccia per trarla dalla secca nella vecchia cavana. Ma l’orgoglio del signor Perini era precisamente di aver risparmiato tante spese alla sua casa e ciò senz’aver diminuite le paghe degli operai, anzi al contrario. Era bastato di sorvegliarli coscienziosamente e di dirigere il loro lavoro. Il signor Perini fra’ suoi soci era il piú debole e aveva accettata una mansione che dispiaceva a tutti gli altri piú intraprendenti e piú vivi di lui. La signora poi per essere lieta non aveva bisogno che di una lettera al giorno dal figlio. Non s’adirava quando già vestita per uscire doveva rinunziarvi causa la secca o perché s’era levato un vento tale che quel pusillo di Andrea non osava di uscire senza l’aiuto di un secondo uomo o infine perché era arrivato un dispaccio con un forte ordine di spedizione e Andrea doveva partire subito in cerca di una peatta per il giorno appresso. Essa si spogliava calmamente sedeva al finestrone che guardava il grande mare lagunare tanto spesso mutato in una palude enorme subito leggermente inverdita ai raggi del sole, aurea al tramonto, popolata dai gabbiani gracchianti in assemblea, in un’immobilità di esseri riflessivi. E agucchiava e guardava la laguna, la palude, le bestie e la città lontana asserendo di aver perduto molto per la caduta del campanile che essa vedeva lontano e piccolo ma che le era servito d’orientamento. Era premiata della sua pazienza dalla gioia del marito