Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/281

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il Nini trovò la parola al suo pianto: Voleva il caffè. La piccola Olga era saltata nel letto del Nini e lo consolava come sapeva. E tutti urlavano il nome della cameriera “Italia”. Nel pianto lo diceva il Nini, lo diceva con lui la Olga e il signor Giulio e lo diceva dall’altra stanza la signora Anna che aveva ben capito che cosa significasse tutto quel rumore perché era una scena che si ripeteva giornalmente all’ora del caffè. Italia accorse con un vassoio e le due tazze di caffè per il Nini e per la Olga. Ecco un’altra che rendeva piú facile la vita in quel deserto. La signora Anna l’aveva conosciuta a Venezia sarta di qualche talento ma non di grande clientela. Viveva allora con una sorella che poi si sposò e con la madre che morí. La signora Anna che per aver passate tante giornate a lavorare insieme all’Italia nella solitudine di Serenella le si era affezionata le disse un giorno scherzosamente: «Sa che la mia cameriera se ne è andata? Perché non verrebbe lei a prendere il posto suo?». Italia senz’altro accettò a grande sorpresa della signora Anna e a suo non piccolo imbarazzo perché ella non pensava di fare un tanto buon affare come si vide poi. Italia aveva accettato anch’essa quasi per ischerzo ma in pochi istanti la sua determinazione era presa. Ella che amava la sua arte di sarta non poteva lasciarla con piacere per quella di cameriera ma come si fa per orgoglio continuare a vivere sola del tutto a questo mondo: Pochi anni prima ella aveva avuto una disillusione d’amore oramai dimenticata ma di amore per lei non si parlava piú. Ella si vedeva con tutta sincerità abbastanza brutta e a certe cose non ci pensava piú. Era magra, alta, la schiena un po’ piegata, due dolci occhi grigi e i capelli ch’erano stati di color castano già molto bianchi ad onta della sua età giovanile. Ella aveva accettato prima di tutto per amore alla piccola Olga e al piccolissimo Nini, poi per amore alla grande signora Anna e infine per simpatia a quel buon sognatore del signor Giulio. Dunque in quella casa c’era molto da fare ma in compenso anche molto calore, un agglomeramento di vita di cui Italia sentiva il bisogno e di cui voleva fare parte. Ed ora i giorni trascorrevano veloci, tutto il giorno occupata, gran parte della giornata in gondola ad accompagna-