Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/304

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una linea retta. Non volli mai mandarlo via. Faceva il suo dovere, sempre desto. Del resto non ebbe mai nulla da fare e ci lasciò sempre dormire tranquilli perché mai avvenne nulla di speciale. Una vera personalità.

Ma Alfio s’arrabbiò e, come al solito, per spiegarsi piú chiaramente m’insultò. Io mi feci un po’ selvaggio anch’io e minacciai di diseredarlo. Il dissidio durò per molti giorni e Augusta corse piú volte dall’uno all’altro per spiegare, attenuare, accordare. A me l’ira era già passata ma Alfio finí, per compiacere la madre, col domandarmi scusa, ma poi non me la perdonò piú. A dire il vero io sono sempre molto occupato e non ci avrei pensato tanto, ma mi dispiaceva di vederlo turbarsi quando mi vedeva. La morte incombeva sempre piú vicina su me e compiangevo Alfio al pensiero che gli sarebbe potuto toccare l’avventura che aveva offuscata la mia giovinezza. D’altronde compiangevo me, se l’unico mio figliuolo al vedermi morto avesse dovuto dare un suono di sollievo e detto: Uff! E Alfio era di una radicale sincerità di quelle che esigono la parola precisa. Mentre io avrei voluto morire compianto benché con la moderazione voluta.

Augusta mi raccontò che Alfio si dedicava solitariamente alla pittura. Usciva alla mattina di casa con la sua mappa sotto il braccio e i suoi colori a tempera. Si portava con sé qualche cosa da mangiare. Non aveva nessuno che gl’insegnasse per paura che un maestro riuscisse a falcidiare la sua personalità. Quando il sole era calato ritornava a casa stanco morto. Tuttavia usciva ancora una volta e andava a discutere di pittura coi suoi amici al caffè. Aveva ereditato da me solo questa parte della sua giornata. Il resto non era mio, ma non era neppure del nonno che gli avevo scelto e neppure della nonna. Dove era andato a fornirsi di quella sua pittura, e di quella sua solitudine? La personalità: Io che avevo invano tentato di somigliare agli altri non ci avevo mai pensato. La ribellione: Quando ne sentii il desiderio me ne pentii subito. E suo nonno Giovanni non seppe che cosa fosse, lui che tanto comodamente, grosso e grasso come era, sedeva sulla schiena