Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/339

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Arriva abbondante e quella lí — unica – abbastanza ragionevole ai bimbi che nulla intendono. Poi quando nell’infanzia si comincia a studiare la macchina colossale che ci è consegnata, la vita, i binari che finiscono dove cominciano, non vediamo ancora la relazione che c’è fra noi e lei e la studiamo con oggettività e gioia interrotta da lampi di grande spavento. Terribile è l’adolescenza perché si comincia allora a scoprire che la macchina è fatta per addentarci e non si vede dove in mezzo a tanti ordigni si possa mettere sicuri il piede. Nella mia vita la serenità arrivò tardi forse perché – causa la mia malattia – la mia adolescenza si prolungò oltre il limite normale, mentre intorno a me i miei coetanei ci vivevano già senza vederla come il mugnaio che dorme sereno accanto al suo mulino che gira stridendo. Ma la serenità – fatta di rassegnazione e curiosità sempre viva — arriva a tutti ed io cammino accanto ad Umbertino molto simile a lui. Procediamo benissimo insieme. Il suo debole piede gl’impedisce di trovar troppo lento il mio passo ed io resto associato a lui dalla debolezza dei miei polmoni. Lui è sereno perché la macchina lo diverte, io poi, non perché pensi ch’essa non possa piú farmi male perché la morte prossima me ne libererà – in verità la morte finora non è che fuori di me, ravvicinata talvolta da un ragionamento, – ma perché io alla macchina sono oramai tanto abituato che mi spavento quando talvolta penso che la gente possa essere migliore di quanto io abbia sempre pensato o la vita piú seria di quanto mi sia sempre apparsa. Il sangue mi sale alla testa come se stessi per ribaltarmi.

Povero Umbertino! Gl’improvvisi spaventi interrompono la sua gioia e la sua curiosità. È celebre in famiglia una manifestazione sua di tale spavento, di anni fa. Tarda sempre ad addormentarsi nell’oscurità e sua madre un giorno volle convincerlo che non c’era ragione di spaventarsi perché i leoni non vivono nel nostro clima eppoi perché in casa le porte e finestre sono chiuse ermeticamente. Ma lui dichiarò che aveva paura degli uomini che passano per le fussure (fessure). Era una grande scoperta quella che le porte e le finestre non sono mai chiuse abbastanza per impedire l’ingresso al pericolo.