Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/381

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piú degno di me”. Infatti io mi movevo meglio di lui tanto sull’erta che in pianura. In suo confronto io ero addirittura un ragazzo. Fumava anche delle sigarette denicotinizzate prive di alcun sapore. Com’ero piú virile io che avevo sempre tentato di non fumare ma alla vigliaccheria delle sigarette denicotinizzate non ci avevo pensato mai.

Come Dio volle arrivammo alla porta del Tergesteo ove bisognava dividersi. Il Misceli parlava oramai di tutt’altre cose: Affari di Borsa in cui egli era versatissimo. Ma mi pareva accaldato e anche un po’ assorto. Mi pareva insomma ch’egli parlasse ma non ascoltasse se stesso. Era come me che non l’ascoltavo affatto e invece lo guardavo tentando d’intendere proprio quello ch’egli non diceva.

E non volli staccarmi da lui senza aver tentato di essere meglio informato su quello ch’egli pensava. E a questo scopo cominciai col rivelare intero me stesso. Scoppiai cioè: «Quella Felicita è una gran donnaccia». Il Misceli mi diede uno spettacolo nuovo, quello del suo imbarazzo. La sua grossa mandibola inferiore aveva un movimento che ricordava quello dei ruminanti. Si preparava a parlare movendo intanto quell’organo prima di sapere quello che avrebbe detto?

Poi disse: «A me non pare. Ha delle ottime sport». Voleva continuare la stupida commedia all’infinito. Io m’arrabbiai: «Ma insomma tu ritornerai ancora dalla signorina Felicita?».

Un altro momento d’esitazione: La mandibola sua si sporse, viaggiò a sinistra, e ritornò a destra prima di adagiarsi al suo posto giusto. Poi disse e per la prima volta tradí un grande desiderio di ridere: «Certo, ritornerò a lei non appena mi occorreranno delle altre sport».

Risi anch’io. Ma volli delle altre spiegazioni: «Perché allora l’abbandonasti oggi?».

Egli esitò e vidi che nei suoi occhi foschi che s’affissavano verso il fondo della contrada si manifestava una grande tristezza: «Ho dei pregiudizii io. Quando vengo interrotto in qualche cosa credo subito di ravvisare il dito della provvidenza e abbandono tutto. Una volta ero avviato a recarmi a Berlino per un affare importante e m’arrestai a Sesanna ove il treno