Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/423

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turiero. Fece tutta la sua vita tale mestiere e fino a un certo grado conosce tutto il mare glaciale. Mai però fece un viaggio dell’importanza di questo con tanti preparativi, dall’Albatros, la nave destinata a navigare nel ghiaccio ad ogni singolo uomo. Io lo conobbi durante questo viaggio soltanto e non posso fare confronti ma ritengo che alla partenza pel polo questa volta si pose definitivamente sulla sua dura fisonomia una linea dura di piú, un proposito violento. È di una famiglia di navigatori ma nessuno dei suoi predecessori ebbe il supremo comando in tale una spedizione. Egli vinse il pallio come carriera. Adesso vuole vincerlo come risultato. Parla del polo come sua meta ma io, che conosco meglio di lui l’animo suo dirò questo che annoto per vedere, se ne avrò il tempo, di confrontarlo con l’esito: Riottison probabilmente non giungerà al polo. Molti altri che avevano altrettanto duro metallo sulla fisonomia, tentarono e non arrivarono al polo. Riottison però è vera natura di combattente e tornerà vivo ad una condizione: Di avere cioè sorpassato di una frazione di grado tutti i suoi predecessori. Io, certo, mi troverò con lui. Come e perché due nature tanto dissimili come la mia e la sua si trovino unite è facile dire: Io mi legai a lui per vedere se vivere una vita come è la sua sia piú divertente che vegetare la mia. Egli poi non mi conosce. M’accettò a bordo in qualità di secondo medico per una certa sua idea di frazionare a un dato punto la spedizione. Se ora mi conoscesse, mi getterebbe in mare quale un peso inutile alla sua spedizione. La persona ch’è piú simile a me fra tutti costoro, è il medico Persich. Forse a lui potrei fare capire come il polo m’interessi mediocremente, le osservazioni scientifiche nulla affatto. È chiacchierino però e potrebbe riportare nei lunghi ozî cui è costretto le mie parole al Riottison. Ora io non so divertire me ma non voglio guastare i divertimenti agli altri e sarebbe un guastarli quello di confessare che fra loro, ragazzoni che credono d’essere dei grandi uomini perché arrischiano la vita ad uno scopo ideale solo perché manca di qualsiasi pretesto pratico, si trovi un Tizio come son io il quale non sa ammirare né chi vive né chi muore. Il medico Persich potrebbe forse comprendermi