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Corto viaggio sentimentale


L’opera di Italo Svevo è ormai nota in tutto il mondo in seguito alle traduzioni che se ne fecero e si fanno in Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Inghilterra, Romania, America. Ma se la sua fama è stata fino ad ora affidata ai tre romanzi ed al volume di racconti uscito postumo, questi inediti contribuiscono con efficiente validità a completare le ragioni della sua affermazione. Dall’antica novella, L’assassinio di via Belpoggio, pubblicata a puntate su un giornale triestino nel 1890, fino alle ultime cartelle che la morte interruppe, queste pagine testimoniano l’impegno di una personalità cui mai venne a mancare la vivezza del motivo, e che, pur quando rimase di incerta coesione e di inferiore intensità di stile, seppe presentare personaggi con straordinaria evidenza plastica. Gli episodi psicologici, l’ambiente, l’azione, la struttura stessa del racconto, si fondono in una immaginazione fervida di sentimenti. Quella che può dirsi la dialettica di Svevo, quel suo guardare dentro e in fondo al personaggio non meno che in se stesso, trova in questi racconti un ritmo misurato, seguito con rara sensibilità, svolto in una ricca quanto precisa gamma di contrasti e di riflessioni. Il signor Aghios, Felicita, Umbertino, Marianno, Orazio Cima, Giacomo, e cosí via, sono nomi cui corrisponde una figura ben definita, e diventano perciò memorabili: che è pur questo un segreto dell’arte di narrare.