Pagina:Svevo - Corto viaggio sentimentale e altri racconti, 1949.djvu/78

Da Wikisource.

Mestre. Pareva che il petto, molto grosso, le rendesse difficile di stare eretta. E il signor Aghios seppe indignarsi di quello che gli parve la massima ingiustizia fra le tante che facevano le leggi di questo mondo. Gli organi sessuali secondari della donna, le piante piú deliziose del mondo, troppo spesso degeneravano in modo da torturare coloro cui non servivano piú. Ed il signor Aghios ricordò che, poco prima di partire, aveva visto una cosa simile ed era passato oltre mormorando: «Ammazzarla!». Tanto il suo pensiero s’ingentiliva nella solitudine!

Al momento di lasciare Mestre il biondino nel cantuccio si mosse, tese i bracci per sgranchirsi, come se fosse uscito da un sonno profondo, e mormorò chiaramente: «Come i sogni sono belli! Peccato lasciarli!».

Fu un’avventura enorme nel viaggio del signor Aghios di sentirsi dire una cosa simile da uno sconosciuto. Veniva improvvisamente ammesso nell’intimità di un proprio simile sconosciuto. Con costui non occorreva mica fumare per accostarlo.

Volle ripagarlo di uguale moneta consegnando anche lui qualche cosa della sua intimità. «Io so sognare anche senza dormire» disse sorridendo.

«Eh! sí!» disse con tristezza il biondino, «si può! Quando la realtà non è troppo forte e si può dimenticare.» Guardò sorridendo il signor Aghios. Questo sorriso, che seguiva a quelle parole, certificava la loro relazione già divenuta piú intima di quelle che di solito si fanno nell’ozio del viaggio. Si conoscevano intimamente. Il signor Aghios era un uomo felice, la cui realtà spariva quand’egli chiudeva gli occhi. Il giovinetto invece era un uomo torturato che per obliare doveva abbandonarsi al sonno. Due destini o forse due caratteri.

Il signor Aghios, nel suo sentimentalismo da viaggiatore ozioso, corse ad aiutare: «Voi, giovini» disse «molto spesso attribuite troppa importanza a cose che non ne hanno. Guardi! Non volendo dormire troppo, per togliere importanza alla realtà basta pensare una cosa sola: Che cosa sarà di noi due di qui a cent’anni? Non ci sarà che la calma e perciò è facile di anticiparla. Di tutte le cose che a noi d’intorno si movono,