Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/202

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messo viaggiatore, e non bisogna disprezzarlo, perchè un buon commesso viaggiatore è la fortuna della propria famiglia, della ditta che lo assunse e persino della nazione in cui nacque. Tutta la sua vita aveva fatte le piccole città dell’Istria e della Dalmazia, e poteva vantarsi che quand’egli arrivava in una di quelle città, per una parte della popolazione (i suoi clienti) il ritmo monotono della vita di provincia si accelerava. Egli viaggiava accompagnato da una chiacchiera inesauribile, dall’appetito e dalla sete, insomma le tre qualità sociali per eccellenza. Adorava la burla come gli antichi toscani, ma pretendeva che la sua fosse una burla più amabile. Non v’era cittadella per cui fosse passato, dove non avesse designato lui la persona da burlare. Così i suoi clienti lo ricordavano anche quand’era partito, perchè continuavano a divertirsi sulla traccia da lui segnata.

Forse quest’amore alla burla era il residuo delle sue tendenze artistiche soppresse. È infatti un artista il burlone, una specie di caricaturista il cui lavoro non è agevolato dal fatto ch’egli non ha da lavorare, ma da inventare e mentire in modo che il burlato si faccia la cari-