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primi passi. Nella sua solitudine ci pensò su tutto un giorno, e forse sbagliò tanto, perchè aveva riflettuto troppo. O piuttosto è da credere che in una simile lunga riflessione si finisce col chiarire troppo il proprio diritto o la propria sventura, ciò che di certo non serve a rendere più accorti.
Si rivolse a Mario da vero fratello, confidandogli le necessità della propria vita, cioè della propria cura. Fra l’altro egli aveva bisogno di una lettura piana, ch’evocasse delle immagini dolci e che accarezzasse il suo organismo torturato. — Perchè non si sarebbe potuto ritornare ai loro autori antichi, De Amicis e Fogazzaro?
Strana tanta ingenuità in un debole malato che di furberia aveva tanto bisogno. Aveva dunque dimenticato l’esito sì felice della sua trovata di anni prima, quando aveva proposto di abbandonare per sempre De Amicis e Fogazzaro per surrogarli con l’opera del fratello? Già, a differenza dei passeri, quand’è stretto da un bisogno, l’uomo si espone a qualunque rischio per soddisfarlo.
Mario dovette trattenersi dal dare un balzo