Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 291 — |
sei tu che ti appropriasti il cibo ch’io con tanta fatica avevo scavato dal suolo?
— Io sono Curra — disse umilmente il pulcino. — Ma tu chi sei e perchè mi facesti tanto male?
Alle due domande essa non diede che una sola risposta. — Io sono la madre, — e sdegnosamente gli volse il dorso.
Qualche tempo appresso, Curra, oramai un magnifico gallo di razza, si trovava in tutt’altro pollaio. E un giorno sentì parlare da tutti i suoi nuovi compagni con affetto e rimpianto della madre loro.
Ammirando il proprio, atroce destino, egli disse con tristezza: — La madre mia, invece, fu una bestiaccia orrenda, e sarebbe stato meglio per me ch’io non l’avessi mai conosciuta.