Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/318

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mo tanto forte il bisogno di sgranchirci le gamne che ci arrampicammo su una breve collina boscosa che sorgeva accanto alla strada maestra. Lassù ebbimo una sorpresa che fu un premio. Non vedemmo più la strada e neppure i campi ai piedi della cima cui eravamo arrivati ma soltanto innumerevoli, dolci, verdi colline che ci impedivano di vedere altro che le vicine enormi montagne dalle cime di roccia azzurra che ci guatavano molto serie. A piedi eravamo riusciti a mutare di contorno più presto che con la macchina ed io trassi un profondo sospiro di sollievo: una gioia che non dimenticai più. Era dovuta quella gioia alla sorpresa, o all’aria balsamica priva della polvere della strada, o alla nostra solitudine che pareva completa? La gioia mi rese intraprendente e su quella cima arrivai ad accostare l’altra parte, opposta a quella della strada donde eravamo venuti. Una via facile, un sentiero segnato nell’erba alta. Da quella parte scorsi una casetta ai piedi della collina e dinanzi ad essa un uomo che con colpi vigorosi di maglio piegava su un’incudine un pezzo di ferro. E come un bambino ammirai che il suono metallico di quell’incudine arrivava al mio