Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/36

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meravigliò che la giovinetta conoscesse il suo nome perchè la città allora era stata abbandonata da quasi tutte le famiglie più ricche e i pochi abbienti vi risaltavano. Guardò altrove e disse con serietà: — Ora è un po’ difficile! Ma ci penserò! Che cosa sa fare Lei? — essa sapeva leggere, scrivere e far conti. Di lingue non conosceva che il triestino e il friulano.

Una vecchia popolana sulla piattaforma si mise a ridere rumorosamente: — Il triestino e il friulano! Ah! Questa è buona! — La giovinetta rideva anche lei mentre il vecchio, sempre irrigidito nello sforzo di non far comprendere la sua intima eccitazione, rideva di un riso falso. La popolana cui piaceva di discorrere con un simile signore non cessò più di chiacchierare e il vecchio vi si prestò per poter simulare meglio un’indifferenza. Infine essa li lasciò soli. Subito il vecchio scattò: — A che ora è libera Lei?

— Alle nove di sera.

— Ebbene! — disse il buon vecchio. — Venga questa sera perchè domani sono impe-