Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/52

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quando chiamava la fanciulla e quando la congedava, cioè quando intendeva di ritornare alla virtù. Se, congedando la fanciulla, egli avesse subito stabilito il prossimo ritrovo, tale ritorno alla virtù sarebbe stato meno intero. Così invece mancava ogni compromissione e la sua vita restava regolata e virtuosa con l’eccezione di un brevissimo intervallo.

Degli abboccamenti poco più ci sarebbe da dire se il vecchio non fosse stato colto dopo qualche tempo da una folle gelosia. Folle non per la sua violenza ma per la sua stranezza. Ecco: non si manifestava quando egli scriveva alla giovinetta perchè era il momento in cui egli la portava via agli altri; nè quando la congedava perchè era il momento in cui agli altri la consegnava, volonteroso, tutta. La gelosia da lui s’accompagnava proprio all’amore, nello spazio del tempo. L’amore ne era rilevato e l’avventura diveniva più vera che mai. Una delizia e un dolore indescrivibile. A un dato momento gli si figgeva in mente il pensiero che la giovinetta senza dubbio avesse degli altri amanti e tutti giovani quanto lui era vecchio. Se ne doleva per sè (oh! tanto!), ma an-