Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/77

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del suo terrore. Povero, piccolo essere reso perciò anche più inerme.

Ben presto però il vecchio ritornò alla sua occupazione abituale: alla cura di se stesso. Intanto il suo sentimento generoso gli aveva allargato tanto bene il petto che potè subito constatare un beneficio da quel suo abbandono. Per continuarne l’effetto parlò con la sua infermiera della sua grande avventura. Disse di aver salvato lui quel fanciullo: — Se io non avessi gridato, quell’omaccio lo avrebbe spezzato. — Invece era possibile che il suo roco grido non fosse neppure giunto fino alla via.

Ritornò col pensiero alla fanciulla e qualche contatto si costituì nel suo pensiero fra il fanciullo maltrattato e la giovinetta che sulla stessa via veniva trascinata a perdizione da uno zerbinotto. La comprensione per il fanciullo lo portò fino a rimproverarsi di non aver fatto per lui altro che spalancare la finestra e gridare.

Si liberò da tale peso pensando: — Io ho da pensare ad una disgrazia e basta per me!

La notte fu sino al mattino insonne. Non soffriva e giaceva meditando. Capiva benissimo