Pagina:Svevo - La novella del buon vecchio e della bella fanciulla ed altri scritti, 1929.djvu/82

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sorridente come un bambino da quel sonno finalmente innocente perchè privo di immagini.

Poi preparò la cena per la fanciulla proprio come la prima volta in cui l’aveva attesa. Prima di accingersi a tale lavoro ebbe un istante di esitazione. Ma poi si disse che prima o poi la giovinetta avrebbe dovuto sentire da lui parole dure e prediche meno divertenti e che perciò era bene di offrirle il compenso cui essa apparentemente teneva tanto. Aperse perciò con accuratezza le scatole che per tanto tempo aveva tenute in serbo. Sorrideva vuotandole nei piatti preparati sul solito tavolino: si trattava di indorare una pillola che alla giovinetta sarebbe potuta sembrare amara.

Assistendo a tanti preparativi, la sua infermiera s’allarmò. Non avrebbe essa avuto il dovere di avvisare il dottore? Il vecchio la rassicurò con aria di superiorità. L’ultimo suo sonno era stato tranquillo, ed il precedente dimenticato. Perciò il sospetto dell’infermiera non poteva neppure offenderlo. Le disse che essa avrebbe potuto assistere all’abboccamento dalla stanza vicina. Per la prima volta parlò chiaramente del passato confessando quello