Pagina:Svevo - Senilità, 1927.djvu/131

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to che tale sua superiorità fosse riconosciuta anche dal Brentani, e rispose cortesemente al saluto che gli fu fatto. Lo accolse poi con maggior gentilezza che sorpresa quando lo vide avvicinarglisi con la mano stesa.

Il Brentani aveva ceduto ad un istinto imperioso. Visto che non gli era permesso di cercare Angiolina, il meglio che gli restava da fare era d’attaccarsi a chi nel suo pensiero era perennemente legato a lei. — Anche ella approfitta del bel tempo per fare una passeggiata?

— Faccio due passi prima di colazione — disse il Leardi accettando così la compagnia del Brentani.

Emilio parlò poi del bel tempo, di una propria indisposizione, e della malattia del Sorniani. Disse poi ch’egli non amava quest’ultimo perchè gli pareva si vantasse troppo di aver delle buone fortune con le donne. Parlava con abbondanza di parole. Egli aveva lo strano presentimento d’essere accanto a persona che molto importasse nella sua vita, ed ogni sua parola avrebbe desiderato andasse a conquistargliene l’amicizia. Lo guardò con ansietà allorchè si trovò d’aver parlato delle buone fortune del Sorniani. Il Leardi non mosse ciglio mentre Emilio s’era atteso ad un sorriso di superiorità. Per lui un simile sorriso a quel proposito sarebbe equivalso alla confessione di un legame con Angiolina.

Ma anche il Leardi fu discorsivo. Certo voleva dimostrare al Brentani la propria coltura. Si lagnò