Pagina:Svevo - Senilità, 1927.djvu/151

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sonora la voce di quell’altra sognatrice, il suo rimorso fu cocentissimo. Che male ci sarebbe stato a lasciar continuare quei sogni innocenti nei quali si concentrava tutta la vita d’Amalia? Vero è che quel rimorso finì col mutarsi in una grande compassione di se stesso che lo fece piangere e trovare un grande sollievo in quello sfogo. Quella notte dunque il rimorso gli fece trovare il sonno.


IX.

Quanto era superiore a lui Amalia! Ella rivelò sorpresa il giorno appresso di non veder comparire il Balli, ma con tale indifferenza che sarebbe stato difficile di scoprirvi il minimo dispiacere. — È forse indisposto? — chiese ad Emilio, e costui ricordò che ella aveva avuto sempre una grande disinvoltura parlando con lui di Stefano.

Egli però non ebbe alcun dubbio di essersi ingannato. — No — rispose e non ebbe il coraggio di dire altro. Un’intensa compassione lo prese al pensare che a quella debole personcina sovrastava, tanto imminente e senza ch’ella ne dubitasse, un dolore simile a quello che pativa lui. Era lui stesso che stava per picchiarla. Il colpo era già partito dalla sua mano, ma stava ancora sospeso in aria e fra poco si sarebbe abbattuto su quella testina grigia