Pagina:Svevo - Una vita, 1938.djvu/185

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— osservò Francesca in un tono che a lui sembrò ironico. — Sembra ch’ella non apprezzi come dovrebbe la fortuna toccatale. 

Egli apprezzava come doveva la sua fortuna, ma non gli sembrava che tale fortuna fosse molto grande. Chiese di udire da Francesca in quali termini letteralmente Annetta le avesse fatto le sue confidenze; voleva sentire se almeno in quell’occasione fosse stato parlato di amore. Francesca asserí di non rammentarsene e perciò di non poter compiacerlo. 

— Sa, — chiese Alfonso serio, serio, — che non mi ha detto mai di amarmi? Di Annetta davvero non so se mi ami o mi derida. 

Parve che Francesca stesse per ridere della confidenza di Alfonso, ma poi molto seria lasciò cadere la frase pensata ad alta voce: 

— Sono tutti cosí i Maller. La freddezza è il carattere di famiglia. 

Alfonso non dimenticò questa frase che gli sembrò una conferma delle voci corse sul conto di Francesca e delle sue relazioni con Maller. Chi altri della famiglia poteva ella aver conosciuto freddo in amore? 

— Però, e questo è certo, — continuò Francesca, — Annetta non la deride e posso dire di non averla mai vista come è ora. — Subito divagò e parve presa dal desiderio di esser creduta attenta invigilatrice di fanciulle anche da Alfonso. — Se non compio quello che sarebbe il mio dovere raccontando ogni cosa a Maller è perché mi affido alla sua onestà e nell’onestà del carattere di Annetta. — Ad ogni modo gli consigliava di non lusingarsi di troppo sull’amore di Annetta ch’ella supponeva dovesse improvvisamente morire. Era la prima avventura di tale specie che le toccava, ma si poteva predirne la conclusione, e di nuovo Alfonso volle scorgere qualche cosa di amaro nel suo sorriso. 

— Non mi faccio piú lusinghe, so ch’è uno scherzo, — faceva il forte ma parlava con fatica. 

Con compassione materna Francesca esclamò: 

— Non sarebbe questo per lei il momento di ritorna-