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cese dava meglio l’aspetto di sincerità all’imprecazione. — Se lei può attendermi ridiscendo subito e faremo un pezzo di strada insieme verso la stazione ove abita una famiglia dalla quale devo prendere congedo.
Ma Alfonso non poteva attendere perché aveva giusto il tempo di arrivare, come suo dovere, poco prima dell’ora stabilita.
I due amici si strinsero la mano e si guardarono per un istante senza parole negli occhi, White col suo volto regolare molto serio, gli occhiali quasi aderenti agli occhi. Poi si divisero ambidue con passo rapido e Alfonso sentí tutta l’importanza di tale separazione. Due esseri ch’erano stati avvicinati per caso, s’erano conosciuti e apprezzati e si dividevano per non rivedersi mai piú. È sempre triste l’abbandono definitivo di una cosa o di una persona.
Si era sull’imbrunire. Alfonso sentiva una profonda tristezza. Ora appena comprendeva quanto in ogni caso egli perdesse dall’avventura della notte. White partiva ed egli se ne risentiva come se lo avesse abbandonato una persona che molto avesse importato nella sua vita. Si sentiva solo. Che cosa poteva ora essere la sua vita quando, ventiquattr’ore dopo raggiunto, riconosceva che lo scopo per cui era vissuto non dava la felicità?
Eppure ancora desiderava Annetta. Avvicinandosi l’ora in cui doveva rivederla, egli evocava la bella figura e esaminava con curiosità quale impressione gli producesse. Era di desiderio, ma un desiderio che non gli toglieva nessuna delle sue ripugnanze e gli parve una nuova ragione per apprezzare i propri sentimenti. Ora poteva vantarsi dell’odio al proprio misfatto perché pur desiderando, amando, egli diceva, Annetta, non provava meno ripugnanza per il modo con cui ne aveva conquistato l’affetto. E nella sua tristezza fu colto da una compassione commossa per Annetta riconoscendo che dagli avvenimenti di cui egli si doleva ella perdeva molto piú che lui. Credette che questa commozione formasse la parte maggiore della sua ripugnanza.
Giunto vicino al piazzale si mise a correre temendo di