Pagina:Svevo - Una vita, 1938.djvu/354

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il giovine Maller e alzò la mano che nell’oscurità Alfonso credette armata. 

Lo volevano ammazzare? Si gettò sulla figurina mingherlina, trattenne la mano levata in atto di minaccia e afferrò Maller per il collo. L’altro per svincolarsi retrocedeva verso il mare. Alfonso ansava dalla fatica impiegando molto piú forza di quanto occorresse. 

— Vi getto in mare! — minacciò e gli diede una spinta ma non forte abbastanza. 

— Quanta cavalleria in questa città, — disse il Maller con disprezzo mettendosi le mani al collo per raddrizzare il solino. 

— Credevo che mi volesse svaligiare, — rispose Alfonso indignato. 

Ricevette il biglietto di Maller e consegnò il proprio. Promise che i proprî secondi a mezzodí del giorno appresso si sarebbero trovati da Maller. Era sorpreso di essersi contenuto subito tanto correttamente. 

Questo dunque era stato l’appuntamento che Annetta aveva accordato. Ella aveva rapide le decisioni e facili i mezzi. Mandava il fratello con l’incarico di ucciderlo. Anche Annetta lo odiava, questo gli doleva; e lo disprezzava, perché non credeva d’essere sicura di lui. Credeva di dover sopprimerlo per non averne a temere. Non lo conosceva; in tanto tempo in cui egli l’aveva amata, ella non aveva saputo comprendere quanto schietto e onesto fosse il suo carattere. Questo era il doloroso, non che Federico probabilmente lo avrebbe ammazzato! 

Camminava con passo sempre piú celere verso casa sua. Sul Corso si fermò un istante; gli era parso che passasse Macario. Non era lui, ma Alfonso andava indagando se forse gli avrebbe dato qualche soddisfazione il vendicarsi andando da Macario a raccontargli tutta la sua avventura con Annetta. No! Unica soddisfazione che potesse avere era di convincere Annetta ch’ella sul suo conto s’ingannava. Le avrebbe scritto una lettera, un addio da moribondo. 

Si trovava con la penna in mano dinanzi al suo tavolo, ma non gli riusciva di vergare una sola parola. Nella sua