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100 DEGLI ANNALI

in Illiria, per milizia apprendere e per farsi dallo esercito amare: star meglio in campo che a sviarsi ne’ piaceri della città1, e più sicure le forze sue ne’ due figliuoli spartite2. Ma finse mandarlo per aiuto chiesto da Svevi contro a’Cherusci. Avvegnachè costoro liberati, per la partita de’ Romani, da forestiero timore, e per natia usanza, e per contesa di gloria, si voltassono l’armi contra; pari di forze e di valore de’ capi; ma quel nome di re in Maroboduo non piaceva a’ popoli; Arminio, che per la libertà combatteva, era il favorito.

XLV. A lui rifuggito del regno di Maroboduo Svevi, Sennoni, e Longobardi, co’ quali aggiunti ai Cherusci, e loro allegati antichi soldati suoi, era più forte; se Inguiomero col suo seguito non s’accostava a Maroboduo, perciò solamente, che si sdegnava ubbidire essendo zio e vecchio al giovane nipote. Ordinaronsi le battaglie con pari speranze: non più i Germani divisi in frotte in qua e là scorrenti, come solevano, avendo per lungo guerreggiar co’ Romani appreso a seguitare le insegne, soccorrersi, ubbidire i capitani. Arminìo per tutto l’esercito cavalcando a ognuno ricordava: La riavuta libertà, le squarciate legioni: mostrava in mano a molti di loro ancor le spoglie e l’armi tolte a’ Romani: chiamava Maroboduo fuggitore codardo, intanato nella selva3 Ercinia,

  1. Dice bene quel nobile poeta Franzese nella sua Settimana, che i piaceri sono monti di diaccio, dove i giovani corrono alla china; aggiungovi i trampoli.
  2. Commodo avendo scoperto e ucciso Perennio, diede ai soldati pretoriani due generali. Erodiano nel primo.
  3. Maroboduo era stato in Roma da giovane e carezzato da Augusto. Portò a casa le romane arti, e soggiogò molti