Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/33

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26 DEGLI ANNALI

i soldati, tiene e arma. Rispondi Bleso, dove hai tu il corpo gittato? i nemici stessi non niegano sepoltura. Lascialmi baciare, bagnar dì lagrime, sfogare il duolo; e poi anche me squarta; purché costoro noi seppelliscano, ammazzati, non per misfare ma per procurare l’utile delle legioni.„

XXIII. Aiutava le parole col piagnere, col darsi delle mani nel viso e nel petto. Allargatisi que’che’l reggevano, cadde, e voltandosi tra i piedi alla gente, messe tanto spavento e odio, che i soldati si difilarono chi a legare li scherani e l'altra famiglia di Bleso, chi alla cerca del corpo. E se tosto non si chiariva, nè corpo morto trovansi, nè i servi collati confessare l'uccisione, nè colui aver mai avuto fratello, poco stavano a uccidere il Legato. Cacciaron via bene i tribuni e ’l maestro del campo, a’ quali nella fuga tolsero le bagaglie: e vi mori Lucilio centurione detto per facezia soldatesca il Quallaltra, perchè l’Otta in su’l dosso al soldato l'una vite1 gridava: Qua l'altra, e poi: Qua l’altra. Gli altri furono trafugati, ritenuto solo Clemente Giidio, perchè portava bene l’imbasciate de’ soldati per lo pronto ingegno. Erano ancora per azzuffarsi la legione ottava chiedente Sirpico centurione per ammazzarlo, e la quindicesima lui salvante; se la nona non vi si frammetteva coi preghi, e, non giovando, con le minacce.

XXIV. Mossero questi avvisi Tiberio, benché coperto, e i maggior dispiaceri dissimulante, a man-

  1. Con la scure e con le verghe si punivano i delitti gravi per mano del littore; i leggieri con una vite per mano onorata dal centurione. Però dice Plinio: La vite onora le pene, l. 114, cap. nel fine.