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Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 1.djvu/87

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80 DEGLI ANNALI

Entrò la fanteria, e li già mandati cavalli sforzarono i fianchi e la coda; e due schiere di nimici (mirabil cosa!) a fiaccacollo della selva nel piano, e del piano nella selva, si fuggivano incontra. I Cherusci in quel mezzo, erano traboccati giù da quelli colli, tra quali Arminio si facea vedere con mani, con voce, con ferite, sostenente battaglia; e pontava nelli arcieri per indi uscire; ma le ’nsegne de’ Reti, Vindelici e Galli, gli fecero parapetto. E nondimeno per isforzo suo e del cavallo scappò, col viso tinto di suo sangue per non essere conosciuto. Alcun dice, i Cauci tra’ Romani aiuti averlo raffigurato, e datogli la via. Per simil virtù o froda, fuggì Inguiomero. Gli altri furon per tutto tagliati a pezzi, o rimasero, passando il fiume, annegati, lanciottati nella foga del fugienti nel franar delle ripe affogati: alcuni con laida fuga inalberati, s’appiattarono tra’ rami, che scoscendendosi, o bolzonati per giuoco, tombolavan giù, e storpjavansi. Grande senza nostro sangue fu la vittoria.

XVIII. Dall’ora quinta del dì1 sino a notte durò

  1. Germanico tre anni aveva combattuto coi Germani per vendicar la rotta di Varo. In su ’l buono del soggiogarli, Tiberio ingelosito della sua grandezza, lo richiamava. Egli, per non perder tanta gloria, sollecitò d’uscire in campagna e fece quest’anno 769 due grosse giornate. Questa prima all'entrar di primavera, quando per esser i giorni per tutto dodici ore eguali, la quinta ora del giorno, cominciandosi in quel paese a contare quando si leva il sole, fu alle diciassette ore secondo noi, che cominciamo quando tramonta. La seconda giornata, dicendo di sotto che la state era adulta, venne a essere a mezza state; chiamandosi in latino le stagioni, nova, adulta et praeceps.