Pagina:Tacito - Opere storiche, 1822, vol. 2.djvu/187

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saremo ottimi, benchè invidiati ; e tu non ti dei perder d'animo, se due legioni in questo trambusto del Mondo , non si quietano per ancora. Anch' io ebbi che fare; or come s'udirà che tu sii adottato, finirà il dire che io son vecchio ; difetto solo appostomi. Nerone sarà desiderato sempre da' pessimi : facciamo sì, tu e io, ch'e' non sia anche desiderato da'buoni. Non è or tempo da darti lunghi ricordi: e ogni consiglio è compiuto se io ho bene eletto. Vuoi tu proceder bene e non male ? guarda quello che sotto altro principe tu vorresti o no : questa è la regola brevissima e capacissima; perchè questo non è un regno , come nell'altre genti, dove una casa è sempre padrona e tutti gli altri son servi , ma tu comanderai a uomini che non posson soffrire, nè tutta servitù , nè tutta libertà. » Tali cose a Pisone diceva Galba, facendol come principe; e gli altri parlavano come a fatto.

XVII. Dicono che essendosi volti in lui tutti gli occhi, segno veruno di turbamento, nè d'allegrezza non fece; parole al padre e Imperadore riverenti, di sè moderate : non mutò faccia nè gesti, quasi più potesse, che volesse imperare. Consultossi se fusse da adottarlo in ringhiera o in Senato o in campo. Piacque in campo, per far quest' onore a' soldati, il cui favore per danari e pratiche malvagiamente s'acquista; ma per buone arti, non si dee dispregiare. Il popolo stava intorno al palagio, non avendo pazienza che il gran segreto uscisse: e n'accrescevano la fama coloro che di spegnerla con poco senno procuravano.

XVIII. Qnel dì dieci di gennaio, orrenda pioggia, tuoni, saette e minacce da cielo, non rattennero Galba ( benchè gli antichi in cotal dì non creassero magistrati ) dall'